Lasciare che tutto scorra

image001Fare il bilancio di sei mesi di servizio non é per niente semplice, nella mia testa cominciano a sfilare immagini, pensieri, esperienze, parole che si uniscono ad un groviglio di emozioni che risulta difficile da districare.

Cominciamo facendo un po’ di ordine: questa è la seconda volta che faccio un’esperienza a Lima, già l’anno scorso avevo avuto l’opportunitá di trascorrere 4 mesi in Perú per lo stage curricolare del mio corso universitario. Durante questo periodo sono entrata in contatto con ASPEm, e, una volta a casa, ho deciso di fare domanda per il servizio civile con questa associazione; fu così che mi selezionarono.

Il mio arrivo, meglio dire ritorno, a Lima è stato emozionante, in quanto per me è stato come ritornare in un posto che avevo chiamato casa. Ho rivisto vecchi amici, ho passeggiato per il malecón (terrapieno per la difesa dagli tsunami), ho gustato i miei piatti preferiti della cucina peruviana, ho di nuovo bevuto il pisco sour… un ritorno alle vecchie abitudini possiamo dire.

Ovviamente lo spirito con cui sono arrivata la seconda volta in Perù è stato diverso dalla prima: mancava la paura di cosa mi sarei trovata davanti, l’adrenalina della prima volta in Sud America, però ero presa da emozioni e dubbi nuovi, ad esempio, come sarebbe stata l’organizzazione con cui avrei lavorato, cosa avrei dovuto fare, se fossi riuscita a stare un anno distante da casa e, piú in generale, cosa mi sarebbe spettato questa volta.

image003A distanza di sei mesi posso dire che moltissime delle cose che sono successe, sia positive che negative, non me le sarei mai aspettate; la formazione prepartenza non basta a farti immaginare tutte le situazioni e/o avvenimenti che ti potrebbero succedere.

I compiti che mi sono stati assegnati sono stati sempre molto vari, alcuni piú significativi di altri. L’inizio è stato abbastanza duro a causa di alcuni fraintendimenti: non si sapeva che ruolo io avessi, e in una cittá dove la flessibilità è esclusivamente per la gestione del tempo, ho avuto molti alti e bassi.

Fortunatamente questo periodo è finito, ora mi trovo ad avere molti compiti e, tra quelli che mi danno più soddisfazione, ci sono chiaramente i lavori a contatto con i beneficiari. Con loro ti confronti con una cultura diversa e scopri come esistano così tanti punti di vista e modi di vedere la realtà diversi dal tuo, che portano a metterti in discussione quotidianamente.

Il servizio civile, per me, più che esperienza professionale, si sta rivelando un’ esperienza personale. Ogni giorno da quando sono qui mi sono messa in gioco e in discussione, ho provato a riflettere, confrontare forme di pensiero differenti, cercare il senso di molti comportamenti, di alcuni, a dir la verità non l’ho ancora trovato, ma va bene così, non bisogna sempre capire tutto, ci sono ragionamenti che ci sfuggono semplicemente perchè veniamo da un paese differente e abbiamo un’altra storia.

Credo che questa sia una delle sfide più grandi del servizio civile, il fatto di mettere da parte il proprio modo di pensare e di ragionare lasciando spazio alle cose che scorrono, accettando che per ora e sicuramente per molto tempo non cambieranno, e per alcune pensare: perchè dovrebbero cambiare?

Elisa Bolzonello – SCN in Perù con ASPEm

 

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