A volte è difficile perché ci sono tante cose da fare, però si va a rallentatore. E tu vorresti accelerare.
A volte è difficile realizzare che il sogno che avevi da bambina, quello di salvare il mondo, rimarrà un sogno.
A volte è difficile rilassare la mente e lasciare andare i pensieri in modo leggero, senza sovrapporli, girarli e rigirarli, frullarli, mescolarli, schiacciarli, scacciarli e ritrovarli ancora più confusi.
A volte è difficile respirare perché l’aria non è fresca.
A volte è difficile fermarsi e non rimanere legato a come hai sempre fatto le cose e a pretendere di farle esattamente come le hai sempre fatte.
Sono ad Iquitos da un bel po’ ormai, è sempre più caldo, il Rio delle Amazzoni continua a crescere e le zanzare non muoiono mai.
Questa città bizzarra sta diventando una delle mie città. Iquitos, una distesa di asfalto nel cuore dell’Amazzonia peruviana da inserire nella lista delle città in cui ho vissuto e sento mie, parte di me e della mia storia. Iquitos nella lista dopo Palma di Maiorca.
Iquitos assurda, Iquitos intensa.
A volte penso a quando mi perdevo per le cuadras e avevo paura di passeggiare dopo il tramonto. Ora quelle cuadras hanno tutte una storia, nella mia testa sono allegre, disordinate nella loro logica e tranquille dopo il tramonto.
A volte penso a quando andavo al mercato e non sapevo dove mettere i piedi e sfuggivo agli sguardi della gente, mi sentivo diversa. Diversa per la prima volta nella mia vita. Interessante per alcuni, fastidiosa e invadente per altri. Ora chiacchiero con le signore del mercato che mi chiedono come sto e sorridono quando mi vedono arrivare.
A volte penso a quando non capivo chi erano gli indigeni dell’ Amazzonia e mi sembrava di essere in un film quando viaggiavo in peke-peke. Ora tutti hanno un nome, il film è diventato una realtà di cui io faccio parte. Una realtà affascinante. Una realtà che ti mette in discussione. Una realtà che ti sbatte contro il muro e ti sveglia da tanti sonni profondi.
A volte penso, e non potrò mai dimenticarlo, a quello che ho pensato quando ho visto Iquitos per la prima volta, dal finestrino del taxi che mi portava a casa dall’aeroporto. Pensavo ai tramonti di Palma di Maiorca ancora vivi nella mia mente e mi sono chiesta: chi me l’ha fatto fare? Come la inserisco Iquitos nella lista delle mie città?
Ora penso hai tramonti sul Rio delle Amazzoni, ai colori della selva, ai bambini che corrono sotto la pioggia giocando a pallone, ai miei vicini di casa che all’angolo costruiscono sedie di plastica e a quelli di fronte che vendono menù a 5 soles, alla pioggia forte, al caldo soffocante, al caldo che ti si appiccica addosso, al caldo che ti fa dormire dopo pranzo e mi sento bene, mi sento a casa. La sento mia questa città.
Iquitos è una città bizzarra e importante.
Iquitos è nella mia lista.
A volte difficile è la scelta che hai fatto, ma è la scelta giusta perché non ti fa addormentare, ti spoglia delle tue convinzioni e ti prende per mano insegnandoti che con il difficile si cresce, dal difficile impari a conoscere te stesso e a camminare nel mondo.
Impari che il facile non ti interessa e che quello che sognavi da bambino, di salvarlo il mondo, non te lo devi dimenticare, devi portalo con te perché ti farà compagnia e ti guiderà lungo la strada.