Proprio oggi sono due mesi dall’inizio di questa strana ma entusiasmante avventura. Esattamente il 24 settembre mi imbarcavo assieme ai miei compagni d’avventura peruana su un aereo che ci avrebbe portato nell’immensa capitale del Perù, Lima. Dopo un lungo viaggio passato a sentire la storia di una signora peruviana che non aveva intenzione di dormire (io avrei ronfato molto volentieri invece); sono finalmente giunto a destinazione con l’euforia di un bambino che viaggia per la prima volta, e sono corso fuori dell’aeroporto per annusare la tanto attesa e desiderata aria peruviana. Ho fotografato con la mente tutto ciò che avevo davanti, il Perù mi è venuto contro in un baleno. La prima settimana in Perù, come tutti gli altri compagni d’avventura, l’ho passata a Lima dove tra workshop, incontri con referenti progetto, passeggiate e tanto tanto cibo ho iniziato a scoprire questo magico Paese che mi ospiterà per i prossimi mesi.
Dopo la prima settimana limeña sono partito alla volta di Cuzco (o Cusco come preferiscono i locali). Lavoro in una ONG locale, il Centro Andino de Educación y Promoción (CADEP) – José María Argueda, la cui attività sono incentrate sulla promozione dei diritti delle comunità indigene su diversi fronti: nel campo educazione la ONG promuove il diritto all’educazione delle bambine – troppo spesso costrette a lasciare la scuola a 12 anni per diversi motivi legati alle condizioni economiche e sociali-, un’educazione bilingue che sia inclusiva anche per gli studenti che parlano Quechua (la lingua indigena) e che promuova il rispetto e la conservazione di questa cultura tanto antica quanto affascinante. Un altro destinatario fondamentale delle attività del CADEP c’è la donna indigena, troppo spesso vittima di una cultura machista e patriarcale.

Il nostro lavoro si svolge per alcuni giorni al mese anche Sulle Ande, dove lavoriamo assieme ai contadini sostenendo le loro attività agricole e promuovendo i loro diritti di fronte alle grandi aziende di estrazione mineraria, che si riconoscono il diritto di intaccare una cultura e un ambiente naturale immutati da secoli per gli interessi delle grandi potenze mondiali; nonostante gli Inca (il popolo originario di queste zone) insegnassero il rispetto e l’adorazione della Pacha Mama, la madre terra, questi insegnamenti non hanno protetto questo paradiso dalle conseguenze del cambio climatico. Per questo lavoriamo alla promozione di iniziative per far fronte al cambi di temperatura e clima, fronte ai quali le comunità contadine delle Ande pagano il prezzo più alto.
Questi blog hanno lo scopo di portarvi tutti in giro per i nostri mondi, farvi conoscere i progetti, le bellezze e le problematiche di questi paesi incredibilmente belli e lontani: ogni volta che ne avrò l’occasione butterò giù qualche riga per farvi sognare e chi sa, per convincervi a buttarvi in questa esperienza come me e tanti altri.