Conflitti socio-ambientali for dummies

“Nessun mostro é peggiore di quello che si nasconde. E nessun delitto é peggiore di quello del forte contro il debole. Maledetto chi ti porta via l’acqua, chi ti deruba del pane, chi ti toglie la libertá” (S. Benni)

La Oroya é un’amena cittadina (entrata nel ranking del Blacksmith Institute come 5º cittá piú inquinata del mondo) dove soprattutto si respira piombo (ma anche cadmio, arsenico, ossidi di zolfo e zinco), non tanto perché siamo a circa 3700 metri di altitudine e manca l’ossigeno, quanto perché si é sviluppata intorno al complesso minerario della nordamericana Doe Run. Questa impresa, subentrata nel 1996 alla Cerro de Pasco Corporation che costruí il primo impianto siderurgico nel 1921, é responsabile degli altissimi livelli di inquinamento di acqua, terra e aria della zona. In tutto questo il signor Doe Run, un attempato e apparentemente inoffensivo ometto di nome Ira Rennert , un pó grazie ad uno studiato atteggiamento da finto tonto, un pó grazie alla sua disinvolta filantropia, é riuscito per anni a mettere a tacere l’opinione pubblica e a conservare una reputazione piú o meno immacolata.

Vi starete a questo punto domandando come é intervenuto in questa vicenda lo Stato peruviano. É presto detto: dagli anni ’90 si sono avvicendati alla presidenza personaggi sinistri che, nel migliore dei casi, si sono totalmente disinteressati della faccenda.
Arriviamo quindi ai giorni nostri dove la Doe Run, non solo non si é ancora adeguata ai Límites Máximo Permisibles (l’OMS prevede 20 microgrammi di diossido di zolfo per metro cubo al giorno, mentre lo Stato ha recentemente innalzato la soglia a 80), ma si ritrova sul groppone una multa da 7 milioni di soles imposta dall’Organísmo de Evaluación y Fiscalización Ambiental (OEFA). L’impresa ha infatti dichiarato il fallimento e sta cercando un compratore, sostenuta dallo Stato che, in caso di vendita, prorogherebbe di 14 anni il limite ultimo per adeguarsi agli standard ambientali.
Da parte loro i 2600 operai dell’impianto rivendicano il diritto al lavoro, esigono che la multa venga ritirata e l’impianto riattivato. Inoltre contestano allo Stato una certa intransigenza sul tema ambientale e chiedono una maggiore flessibilizzazione delle norme.

La Pastoral Social de Dignidad Humana (PASSDIH), che é l’istituzione dove lavoro, é intervenuta in questo pasticcio con il progetto Mantaro Revive, attraverso il quale nel 2005 sono stati fatti i primi studi sulla qualitá di acqua, terra e aria de La Oroya. La diffusione dei risultati ha fatto sí che, finalmente, molti scoprissero l’acqua calda: sorpresa! La Doe Run inquina, i ritardi dello sviluppo dei bambini sono dovuti al piombo e non alla negligenza delle madri, non é esattamente normale avere tutto gli occhi che lacrimano e la gola che pizzica e via dicendo. In effetti sembra assurdo che per arrivare a questo momento abbiamo dovuto aspettare il 2005: gli studi precedenti sono stati sfacciatamente insabbiati dal Governo e boicottati dall’impresa, che, si racconta, facesse sparire dalla cittá tutti i giornali ogni volta che riportavano notizie scomode.

Una vittoria fondamentale di PASSDIH e delle organizzazioni che nel frattempo sono nate per difendere il diritto alla salute dei cittadini de La Oroya é il 14 agosto 2012. In questa data viene approvata, dopo anni di battaglie, la Ordenanza Regional n 141-2012 . Quest’ordinanza della Región Junín –per quanto sia effettivamente poco coraggiosa, poiché di fatto non attribuisce nessuna responsabilitá alla Doe Run nei confronti degli afectados- rappresenta un novitá assoluta in tema di salute pubblica, in quanto per la prima volta il Governo Regionale dichiara che é prioritario prendersi cura di coloro che sono affetti da malattie legate all’inquinamento, attraverso la creazione di un registro dei malati e di centri ospedalieri altamente specializzati. Dovrebbe incaricarsi di questo processo la Dirección Regional Sanitaria (DI.RE.SA.), ente che é stato definanziato –guardacaso- nel 2012. Quindi dopo piú di 3 anni dalla promulgazione tutto é rimasto solo sulla carta e anche a me é toccato farie svariate ore di anticamera presso questo o quell’altro ente percercare di capire come stanno le cose. Ma se le istituzioni si sono rivelate poco collaborative, dall’altra parte della barricata si é sviluppato un esuberante movimento composto da varie associazioni che da anni sostengono le battaglie dei cittadini de La Oroya. É la Plataforma para la Promoción de la OR 141/2012, di cui fa parte anche PASSDIH.

La scorsa settimana io e l’entusiasta Miriam (volontaria a Lima presso CEAS) abbiamo partecipato ad una vivace due giorni di valutazione dei progressi ottenuti dalla Plataforma durante l’anno. Contro ogni aspettativa, sono state giornate piuttosto stimolanti ed emozionanti, in cui ho avuto l’occasione di conoscere la storia del movimento e delle persone che lo animano. Ad esempio Haydee, gagliarda agente pastorale con un’inspiegabile passione per i tatuaggi, mi ha rivelato come per lei é stato inevitabile partecipare a questi incontri, che per lei é un dovere lottare. “Lo que estamos pidiendo es primordial, nos están quitando la vida.” Oppure Leo, affettuoso virgulto di anni 7, mi ha raccontato che era “retrasado mental como los demás niños”. Lourdes, sua madre, ha aggiunto che sono grazie a Mantaro Revive ha capito qual era il problema: il piombo nel sangue di Leo triplicava il livello massimo consentito, causando un forte ritardo dello sviluppo. Ancora, Conrado, l’ingegnere che coordina le attivitá della Plataforma, mi ha illuminato spiegandomi quanto la faccenda dei dipendenti della miniera sia stata sapientemente manipolata dalla Doe Run, che li ha costretti a scegliere tra il diritto alla salute e diritto al lavoro. L’inettitudine e la mancanza di volontá politica dello Stato hanno fatto il resto.

Grazie a queste persone ho le idee un po’ piú chiare e la sensazione di essere di fronte ad un appuntamento con la Storia: La Oroya deve prepararsi, dopo quasi un secolo di sfruttamento selvaggio per l’esportazione, a diversificare la propria economia; il Governo che si formerá dopo le elezioni di aprile 2016 dovrá accettare il fallimento di un modello economico che condanna un Paese intero alla dipendenza dai prezzi delle materie prime ed avere il coraggio di parlare di cultura ambientale e salute pubblica, se vuole essere all’altezza delle sfide che lo aspettano.

La Oroya
La Oroya, in tutto il suo grigio splendore
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Taller de Evaluación
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